Uno spettacolare pendant di Adriaen Van Utrecht

Banquet still life (fig 1)

Adriaen Van Utrecht è un celebre pittore di nature morte e tra le sue opere più famose va annoverato il Banquet still life (fig. 1), conservato nel Riyksmuseum di Amsterdam, del quale rendiamo ora noto il suo pendant: Scena di cucina (fig. 2), appartenente ad una celebre collezione napoletana.                                                          

Scena di cucina (fig 2)

Dopo la descrizione  del dipinto in esame  forniremo alcune notizie biografiche sul suo autore.

Passiamo ora a parlare del dipinto raffigurante una Scena di cucina, appartenuta fino al 1984 ad una collezione privata milanese, per passare poi in collezione della Ragione a Napoli.

Questa pregevole opera di Van Utrecht, siglata in basso a destra sulla base dell’anfora con le iniziali del pittore e nella quale è certa la  collaborazione  di Thomas  Willeboirts, detto Bosschaert, potrebbe, con grande probabilità, essere un quadro scomparso da secoli e di cui ci danno notizia alcuni documenti da poco tempo scoperti. Da tali documenti veniamo a conoscenza che su richiesta del principe Frederic Herni da Nassau il Van Utrecht eseguì in collaborazione con Thomas Willeboirt Bosschaert una importante composizione dal soggetto non ben precisato. Questa opera sarebbe dovuta essere destinata alla residenza dell’Aja, che rappresentava allora il domicilio estivo della Casa Orange.                      

La partecipazione del nostro pittore fu largamente ricompensata nel 1648 con una somma di 400 fiorini, che all’epoca costituivano il prezzo di un’opera molto importante.

Ad ogni modo un altro paragone è d’obbligo tra la nostra opera e la famosa «Kuechenstuck» o «Kitchen Piece» della Staatli ch en Gemald egaler ie di Kassel, firmata per esteso e datata 1629, nella quale compare lo stesso timballo di cigno sontuosamente decorato presente nella nostra tela e che possiamo osservare identico in un’opera analoga del 1644, eseguita da David Theniers il Giovane e conservata nel Museo dell’Aja.

In particolare nel dipinto del Teniers il cigno, il timballo e le decorazioni a lludono ai rapporti politici del tempo: infatti la crosta del timballo è decorata con l’aquila bicipite della casata degli Asburgo, mentre al collo del cigno è appeso un emblema con mani giunte e un cuore in fiamme, simbolo della fede.                                                                                                           

Tali emblematiche e fastose decorazioni erano ideate per accompagnare le colte conversazioni dei cortigiani nell’ambito di un pranzo che soddisfacesse oltre che il palato anche la vista. E ciò faceva parte del cerimoniale da tavola delle feste celebrate dall’aristocrazia nel XVII secolo nelle quali facevano spesse parte invenzioni plastico-artistiche realizzate con galatine o timballi che risultavano «pietanze da guardare» le quali evidentemente erano pensate per soddisfare più l’occhio che la gola, o almeno l’uno e l’altra. Queste decorazioni  erano costituite da una base commestibile tipo timballo, il quale certamente non aveva per ingrediente la sgradevole carne di cigno e da parti di cigno impagliate che formavano l’artistica alzata, ornata al culmine da una corona.

La scena di cucina del museo di Kassel, pur presentando notevoli similitudini sia nel soggetto che nei dettagli con la nostra tela non può essere però considerata un suo pendant, perché ha dimensioni, anche se di poco, diverse.  Nel quadro in esame il Van Utrecht, al posto di un sontuoso disordine, pone gli elementi. della  composizione con una netta distinzione in carni, vegetali  e dolci. Il cigno sul lato sinistro è poggiato su un elaborato timballo molto decorato ed è impreziosito da un nitido mazzolino di fiori derivato dallo stile di Jan Brueghel.

particolare (fig 3)

La figura della cuciniera (fig. 3), di mano del Bosschaert, che ricorda i volti dolcissimi del Rubens, rifulge al centro della tela con la sua prorompente bellezza, che ben si esprime negli occhi lucenti e nel seno prosperoso che fa capolino maliziosamente dalla scollatura e spezza in due la composizione; mentre la scena viene a svolgersi su due piani orizzontali: uno costituito dal gruppo di selvaggina e volatili appesi al muro o post i sulla tavola, mentre al suolo si contrappongono i grandi cavoli, i carciofi. e gli altri legumi.

Il pittore, per spezzare la verticalità e la crudezza degli animali appesi ai crocchi, fa comparire lunghi gambi di verdura dal tracciato sinuoso, che fuoriescono dal tavolo o dalla grossa anfora posta sulla destra  della scena.   Questo artifizio di composizione compare nella maggior parte delle nature morte del Van Utrecht, in particolare nelle opere di grande formato, ove l’artista si sforza di rendere sensibile la profondità dello spazio.

Tra i colori adoperati nella composizione caratteristico è il verde dei  cavoli che vira verso il grigio, il che può essere considerato come «patognomonico» della firma del pittore.

Il tappeto della tavola è reso con un grigio spento per favorire la riaccensione dei colori delle vivande.                                          

Altri elementi presenti nel dipinto e che spesso troviamo nei lavori di Van Utrecht sono il bel pezzo di argenteria cesellata ed il bicchiere di cristallo trasparente. In particolare il pezzo  di argenteria compare identico nel dipinto conservato nel museo di Amsterdam.

In definitiva questa opera costituisce un ulteriore arricchimento del catalogo di Van Utrecht, il quale si riscopre come artista di altissimo livello, dotato di una tecnica raffinata ed in grado di gareggiare con l’opera di un Franz Snyders o di un Jan Fyt.

Passiamo ora alla biografia dell’autore.

Adriaen van Utrecht ( Antwerp , 12 January 1599 – 1652) was a Flemish painter known mainly for his sumptuous banquet still lifes , game and fruit still lifes, fruit garlands, market and kitchen scenes and depictions of live poultry in farmyards.Adriaen van Utrecht ( Anversa , 12 gennaio 1599 – 1652) era un pittore fiammingo noto soprattutto per i suoi sontuosi banchetti di nature morte , selvaggina e frutta, ghirlande di frutta, scene di mercato e cucina e raffigurazioni di pollame vivo nei cortili. His paintings, especially the hunting and game pieces, show the influence of Frans Snyders . I suoi dipinti, in particolare i pezzi di caccia e di giochi, mostrano l’influenza di Frans Snyders . The two artists are considered the main inventors of the genre of the pronkstillevens , ie still lifes that emphasized abundance by depicting a diversity of objects, fruits, flowers and dead game, often together with living people and animals. I due artisti sono considerati i principali inventori del genere dei pronkstillevens , vale a dire nature morte che hanno enfatizzato l’abbondanza rappresentando una varietà di oggetti, frutti, fiori e giochi morti, spesso insieme a persone viventi e animali. [1] Van Utrecht also painted a number of flower still lifes.Van Utrecht dipinse anche un certo numero di nature morte floreali. He was a regular collaborator with leading Antwerp painters who had been pupils or assistants of Peter Paul Rubens , such as Jacob Jordaens , David Teniers the Younger , Erasmus Quellinus II , Gerard Seghers , Theodoor Rombouts , Abraham van Diepenbeeck and Thomas Willeboirts Bosschaert . Era un collaboratore abituale con i principali pittori di Anversa che erano stati alunni o assistenti di Peter Paul Rubens , come Jacob Jordaens , David Teniers il Giovane , Erasmus Quellinus II, Gerard Seghers , Theodoor Rombouts, Abraham van Diepenbeeck e Thomas Willeboirts Bosschaert.                                                                 

La maggior parte delle notizie riguardanti la sua biografia le ricaviamo dalla leggenda posta sotto il suo ritratto, eseguito da Jan Meyssens. Van Utrecht nacque ad Anversa il 12 gennaio 1599 e nel 1614 divenne apprendista presso la bottega di Herman De Ryt. Tra il 1620 e il 1625 compì un lungo viaggio di istruzione in Francia. Germania e Italia.  Dal testamento di suo padre veniamo a conoscenza che il 1° giugno del 1624 si trovava ancora lontano da casa, mentre dal 1625 alcuni documenti di archivio testimoniano la sua presenza costante nella sua città natale. Il 14 agosto 1625 diventa maestro della corporazione di San Luca, nel 1627 apre un suo studio, il 5 settembre 1628 sposa Costanza figlia del pittore Willem Van Nieulandt, che gli darà 13 figli.                                    

Dal 1626 al 1646 alla sua opera collaborano sei apprendisti nessuno dei quali diventerà famoso: David Van Ham, Jan­Baptist de la Failie, Marcus de la Poort, Philips Gheyselers. Cornelis Van Engelen e Peeter Van Lanckvelt. Di un suo settimo allievo i documenti non ci forniscono il nome. Dopo aver conosciuto una brillante situazione economica, la nascita di 13 figli lo condusse quasi alla miseria.                                                         

Morì alla fine del 1652, ed il pagamento delle spese del suo funerale fu accollato alla Corporazione di San Luca, alla quale lui apparteneva e che pagò ratealmente per un periodo tra il 18 settembre 1652 e il 18 settembre 1653, il che ha creato delle confusioni sulla sua data di morte. Van Utrecht ha dipinto nature morte di ogni genere, il suo repertorio comprende infatti oltre a scene di caccia ed animali da cortile, festoni e ghirlande di frutta, banchi da pescivendolo, gruppi di oggetti, argenterie, strumenti musicali e principalmente ornamenti di selvaggina e frutta.                                                                                                 

La sua produzione fu accolta favorevolmente dai suoi contemporanei e molte sue opere sono state dettagliatamente studiate dalla critica e collocate cronologicamente tra il 1629 e il 1652.

Ciò è stato possibile perché il nostro pittore usava spesso. oltre che firmare, datare le sue opere.

Egli, pur situandosi per la scelta dei suoi temi nell’orbita di Frans Snyders. tuttavia si differenzia nello stile, per la scelta di colori più scurì e più freddi che lo fanno maggiormente somigliare all’arte di Jan Fyt.

È probabile che dal suo viaggio in Italia egli abbia assunto quella fermezza ottica che da spicco agli oggetti con una durezza metallica, sotto una luce polarizzata di pura ascendenza caravaggesca.

Tra le opere a carattere decorativo più belle di Van Utrecht è da segnalare «Viveri. ostriche. frutta e legumi con argenteria e bicchieri», opera firmata e datata 1639, conservata a Liegi in collezione privata, nella quale la densità della materia, la trasparenza dei bicchieri e la finezza della cesellatura del trofeo sono rese con maestria.

Il nostro Adriaen completa spesso le sue nature morte con degli animali domestici: scimmie. pappagalli e scoiattoli, come pure ha l’abitudine di arricchire le sue composizioni con delle tappezzerie, sulle quali pone gli oggetti e che raramente presentano pieghe o delle sgualciture .

Ne l le opere di grande formato il Van Utrecht si sforza di rendere sensibile la profondità dello spazio per cui spesso crea una finestra sulla parete allo scopo di far intravedere un paesaggio lontano. altre volte richiama il soggetto principale attraverso una scena accessoria, situata sullo sfondo, oppure crea nel dipinto un altro dipinto più piccolo evocando un tipo di rappresentazione cinquecentesco caratteristico nei lavori di un Aertsen o di un Beuckelaer.

L’opera di Van Utrecht negli ultimi decenni sta subendo una rivalutazione da parte della critica, la quale sta imparando anche a riconoscere i caratteri stilistici distintivi nei suoi dipinti non firmati, che spesso sono catalogati sotto altre attribuzioni.

Tra questi ricordiamo «Banco di frutta e legumi, con una contadina, conservato a Roma nella Galleria Doria Pamphili ed assegnato a Jan Baptist Weenix, nel quale si riconosce facilmente la maniera speciale del Van Utrecht di modellare cavoli e cardi ricorrendo a pesanti ombre.

Da attribuire al nostro Adriaen sono anche «Selvaggina a pelo e a piume. corbeille di frutta e legumi con un capocaccia” conservata a Haye e considerata un’opera di Frans Snyders, anche se il modellato delle forme e le ombre nerastre sono analoghe a quelle delle opere firmate da Van Utrecht. Lo stesso potrebbe dirsi di altri quadri sicuramente, per caratteri stilistici, da attribuirsi al nostro maestro e catalogati sotto il nome di Jan Fyt o la generica definizione di scuola fiamminga del XVII secolo.

È documentata una collaborazione con il concittadino Jacob Jordaens nell’«Arrivo della marea» di Bruxelles, mentre negli antichi inventari delle collezioni di Anversa non si parla mai di specialisti che abbiano  partecipato con lui nella esecuzione delle stoffe e dei drappeggi. Uno studioso del Van  Utrecht, il Von Manteuffel, dichiara che con lui collaborarono in alcune sue opere per l’esecuzione delle figure Theodor Van Thulden, David Teniers le Jeune e Theodoor Rombouts senza precisare in quale dipinto.                                                       

Le opere di Van Utrecht sono conservate nei più importanti musei del mondo: Amsterdam, Basilea, Bruxelles, Dresda, Kassel, Leningrado, Lilla, Madrid, Monaco, Philadelphia, Stoccolma e Vienna.

Achille della Ragione

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