Uccidere il museo curerà davvero la ferita coloniale?

Nel quarto appuntamento di Traversing Quicksand un’analisi del complesso rapporto con il passato e con quello che ce lo ricorda

Traversing Quicksand è un programma di workshop e conversazioni organizzato e promosso dalla Fondazione Morra Greco, come parte del progetto “Azioni culturali della Fondazione Donnaregina Sezione Progetto XXI”. Il programma, che si svolge tra aprile e luglio 2023, prevede una serie di confronti tra esperti del settore museale, artisti, curatori, educatori, studiosi e un pubblico non settoriale.

Il quarto appuntamento della rassegna, che si terrà il giorno 22 giugno alle ore 17:00 al museo MADRE, ospiterà il talk intitolato “KILL THE MUSEUM! Traumi coloniali e immaginazioni” a cura di Giulia Grechi. L’artista Kader Attia sostiene che uno dei principali malintesi legati alla storia coloniale è considerare il trauma come qualcosa che appartiene esclusivamente al passato. Tuttavia, il tempo della memoria è il presente, e il trauma continua a influenzarlo e tormentarlo. Questa sovrapposizione di temporalità è particolarmente evidente nei musei, dove ancora oggi ci si confronta con il trauma coloniale e con i fantasmi che lo accompagnano.

Il museo, come istituzione storica di matrice europea, è nato durante l’epoca coloniale per plasmare l’immaginazione delle nascenti nazioni. Costruisce la sua identità attraverso l’atto del mostrare, un processo che si basa sull’opposizione noi-altro, il quale struttura l’intera nostra modernità. Cosa abbiamo ereditato da tutto questo? È possibile immaginare un museo decoloniale? Cosa fare dei patrimoni coloniali, considerando la loro complessità?

Nel 1992, Alpha Konarè, presidente del Mali e dell’ICOM (International Council of Museums), rispose alla domanda “come curare la ferita coloniale?” dicendo: “Kill the museum!” (“Uccidete il museo!”). Ma dobbiamo veramente uccidere il museo?

La partecipazione al workshop è gratuita su prenotazione, fino ad esaurimento posti, tramite registrazione sul sito Eventbrite.

Lascia un commento