“Glory Hole”- Montesarchio allo Shanghai International Film Festival

Un film che si distingue dalla tradizionale narrazione criminale del Sud Italia per concentrarsi sull’ intimo e il privato della vita di un uomo di camorra

“Glory Hole”, il nuovo film diretto da Romano Montesarchio, ha avuto la sua anteprima mondiale il 20 giugno nella sezione Panorama della 26ª edizione dello Shanghai International Film Festival 2024, un evento cinematografico di grande rilievo che si è svolto dal 14 al 23 giugno.
Montesarchio, dopo una lunga carriera come documentarista con lavori come “La Domitiana” e “Ritratti abusivi” sui temi della marginalità, e “Black Mafia” sulla criminalità, cambia approccio e abbandona il realismo per esplorare una realtà più visionaria. Girato tra Casal di Principe, Caserta e Napoli, “Glory Hole” è quasi interamente ambientato in un bunker e narra la vita criminale di un uomo incapace di amare e apprezzare la bellezza.

Il protagonista, Silvestro, interpretato da Francesco Di Leva, è un colletto bianco della camorra che viene affascinato dalla bellezza di Alba, Mariacarla Casillo, figlia del boss per cui lavora (Gaetano Di Vaio, che è anche produttore del film). Questo incontro lo porta a compiere un atto irreparabile. Per salvarsi, Silvestro si nasconde in un bunker sotterraneo con l’aiuto di un prete in crisi (Mario Pirrello) e un eccentrico proprietario di un club privé (Roberto De Francesco), amici d’infanzia. Nel bunker, tra allucinazioni e ricordi, Silvestro dovrà affrontare il suo passato e i suoi sensi di colpa, scoprendo che non si può fuggire da sé stessi.

“Glory Hole” è prodotto da Giovanna Crispino e Gaetano Di Vaio per Bronx Film, Minerva Pictures, Eskimo e Rai Cinema, con il supporto del Ministero della Cultura (Direzione Generale Cinema), della Regione Campania e della Fondazione Film Commission Campania.

La sceneggiatura è opera di Romano Montesarchio in collaborazione con Edgardo Pistone e Stefano Russo, mentre la fotografia è di Matteo Vieille Rivara. Il montaggio, infine, è di Davide Franco, le scenografie di Massimiliano Forlenza e le musiche del maestro Mario Tronco.

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